Rondine e i suoi studenti internazionali mirano a rilanciare la campagna e il suo messaggio attraverso una serie di articoli di opinione che riflettono sull’educazione alla pace e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Leaders for Peace Voices”.
Ecco il secondo articolo della serie, con il contributo di Gabriela, una giovane politologa colombiana, che scrive sul tema del potenziamento dei giovani per la pace.
Il prossimo anno segnerà il 10º anniversario della storica Risoluzione 2250 su Giovani, Pace e Sicurezza, adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che ha segnato un prima e un dopo nella comprensione del ruolo chiave che i giovani svolgono nell’affrontare le sfide globali di oggi, in particolare la più grande di tutte: costruire una pace duratura a livello mondiale.
Il divario generazionale nelle posizioni di potere è ancora lontano dall’essere colmato. È quindi importante sostenere le iniziative guidate dai giovani (e una grande conquista è stata la creazione dell’ Ufficio Giovani delle Nazioni Unite) per garantire la rappresentanza significativa dei giovani leader di pace, che sono gli attori più rilevanti quando si tratta di ricostruire il tessuto sociale in comunità segnate dagli orrori della violenza.
Oggi, dopo quasi un decennio, sembra che la visione dei giovani come semplici osservatori, critici e vittime del conflitto si sia trasformata in un approccio più partecipativo, in cui siamo invitati (come se fosse necessario un invito per includere finalmente i giovani nei processi decisionali che ci riguardano direttamente) a essere al centro dell’esercizio decisionale, tenendo conto delle nostre voci, della nostra capacità di agire, delle nostre competenze per portare e attuare soluzioni ai nostri conflitti, e prevenire l’insorgere di nuovi. Oggi ci sono migliaia di documenti, pieni di informazioni non solo sull’importanza dell’inclusione dei giovani nelle iniziative di costruzione della pace, ma anche con istruzioni dettagliate su come i governi possano garantire una partecipazione significativa dei giovani in questi processi. La realtà, tuttavia, è molto più complessa, soprattutto per i giovani che vivono in aree colpite da conflitti in corso o in contesti di forti disuguaglianze. Pertanto, ci chiediamo fino a che punto questi documenti sistematizzati, che difendono con forza l’inclusione delle voci dei giovani nei processi di costruzione della pace, abbiano un impatto in un mondo in cui i conflitti sembrano solo peggiorare in scenari sempre più violenti?
Purtroppo, il numero di giovani situati in aree di conflitto continua a crescere, poiché sono costretti a sopravvivere in condizioni disumane. Inoltre, a livello globale vediamo quasi nessun cambiamento nella composizione degli organi decisionali, dove i giovani sono ancora fortemente sotto-rappresentati. Dunque, se c’è ancora molto da fare, come possono i governi, gli stati, la società civile e i singoli individui contribuire ad accelerare l’implementazione dell’Agenda Giovani, Pace e Sicurezza? Come possono i governi concretizzare le promesse ora riaffermate attraverso il Patto per il Futuro 2024 e i suoi impegni dell’Azione 20? Solo ascoltando attivamente le voci dei giovani innovatori e leader di pace in tutto il mondo che stanno creando, guidando e partecipando a iniziative guidate dai giovani, che continuano vigorosamente a trasformare vite, influenzare comunità e sfidare lo status quo, anche quando continuano a essere sottovalutati e spesso ignorati dagli adulti in posizioni di potere.
Su questa base, la campagna globale Leaders for Peace, lanciata dai giovani ambasciatori di pace di Rondine, invita gli stati e i leader mondiali a cambiare rotta e investire nell’educazione di un maggior numero di giovani innovatori attraverso il metodo Rondine, per dotarli di un pacchetto di abilità e competenze che miglioreranno la loro capacità di guidare iniziative innovative e creative per la trasformazione dei conflitti, influenzando le società per costruire un domani migliore e pacifico per tutti.
A Rondine, non siamo soggetti passivi che assorbono lezioni da esperti o adulti su come raggiungere la pace; qui, siamo i protagonisti di un viaggio veramente rivoluzionario guidato dai giovani, che ci permette di costruire ponti e vie alternative per reintegrare le relazioni nate in un contesto di odio sistematico.
È ora di smettere di addossare tutta la colpa ai giovani per non credere in sistemi che li escludono sempre, e iniziare a permetterci di cambiare proprio quel sistema credendo nel nostro potere, e dandoci le opportunità per liberare tutto il nostro potenziale. Si tratta delle nostre storie e dei nostri corpi: chi, se non noi, può fermare i conflitti e plasmare un futuro pacifico e duraturo per l’umanità?
Autrice: Gabriela García Bolaño
Gabriela García Bolaño è una giovane politologa colombiana con una profonda passione per i diritti umani, la costruzione della pace e la trasformazione sociale. Fin da giovane ha lavorato con numerose organizzazioni locali e internazionali, influenzando diverse comunità attraverso il volontariato e l’empowerment di giovani ragazze e ragazzi per costruire società migliori. È anche un’ex membro di Rondine Cittadella della Pace, dove ha partecipato come membro del Programma World House e ha lavorato come stagista. Il suo background accademico e professionale riflette la sua forte dedizione a contribuire a trasformazioni durature e ad avere un impatto positivo sulla società di oggi.
Riferimenti:
- Risoluzione 2250: https://digitallibrary.un.org/record/814032?ln=es
- Ufficio Giovani delle Nazioni Unite: https://www.un.org/sg/en/global-leadership/united-nations-youth-office/all
- Con l’aumento dei conflitti nel mondo, delle restrizioni ai diritti umani, le donne e i giovani devono avere una maggiore partecipazione agli sforzi per la costruzione della pace, dicono gli oratori al Consiglio di Sicurezza: https://press.un.org/en/2024/sc15709.doc.htm