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EDUCAZIONE ALLA PACE TRASFORMATIVA E AI DIRITTI UMANI IN UN MONDO FRAGILE: INSIEME VERSO IL 2022 E IL 2023  

 

(10 dicembre). Una coalizione internazionale che si aggrega intorno ai giovani per sostenere l’impegno delle nuove generazioni per costruire un futuro pacifico e fondato sui diritti umani e che apre i prossimi due anni della campagna globale “Leaders for Peace”. Questo è emerso dall’evento online odierno “EDUCAZIONE ALLA PACE TRASFORMATIVA E AI DIRITTI UMANI IN UN MONDO FRAGILE: INSIEME VERSO IL 2022 E IL 2023” promosso da Rondine Cittadella della Pace, Rondine International Peace Lab (il network degli ex studenti che si sono formati a Rondine), in collaborazione con le Rappresentanze Permanenti dell’Italia e della Costa Rica presso le Nazioni Unite.

Nella ricorrenza storica della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e a tre anni esatti dal lancio dell’Appello che gli studenti di Rondine hanno rivolto ai 193 Stati Membri delle Nazioni Unite a New York si rinnova l’impegno per la formazione di giovani che possano favorire una nuova leadership globale capace di garantire la pace.

“Gli interventi che ascoltiamo oggi sono le voci di tanti giovani, ragazze e ragazzi che sono la testimonianza viva dell’importanza di questo confronto. Sono i leader di domani e hanno un ruolo importante come agenti di una nuova narrativa di pace e dialogo”. Ha affermato S.E Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York. “In questo senso Rondine è fonte di ispirazione ed esemplare per come mette al centro i giovani. La pace e la convivenza pacifica si costruiscono sul dialogo e sulla comprensione reciproca, valori che questi studenti rispettano avendo vissuto esperienze drammatiche”.

L’iniziativa è stata occasione di discutere le dodici proposte che emergono da “Our Common Agenda” – il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, pubblicato nel settembre 2021 come ha ricordato S.E. Ambasciatore Rodrigo A. Carazo, Rappresentante Permanente del Costa Rica presso le Nazioni Unite a New York: “È ora di aprire ai giovani, come ha fatto il Segretario Guterres con tre nuove iniziative da lui annunciate. È tempo di una nuova era per l’educazione, con i giovani come protagonisti. Le sfide verso la democrazia ci spingono a sviluppare una nuova cultura della fiducia, soprattutto tra persone e governi. È un grande onore per me partecipare a questo evento – continua l’Ambasciatore –  il messaggio forte che trasmettiamo oggi non è solo per i diritti umani, ma anche per le numerose sfide che i giovani stanno affrontando per realizzare i diritti umani, e quindi dobbiamo agire”.

L’istituzione di un Ufficio per i Giovani e un Inviato Speciale per le Generazioni Future all’interno delle Nazioni Unite, un “Vertice sulla Trasformazione dell’Istruzione” nel 2022 e un “vertice del futuro” nel 2023. Le tre proposte del Segretario Generale delle Nazioni Unite danno un indirizzo chiaro rimettendo al centro i giovani come sottolinea anche Marija Vasileva-Blazev, Consigliere Speciale dell’Inviato del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Gioventù: “Una cosa che ho imparato lavorando con lo Youth Envoy è che la saggezza non arriva con l’età, ecco perché iniziative come la campagna “Leaders for Peace” sono necessarie per supportare i giovani leader a lavorare per la pace in prima linea, promuovere il cambiamento sociale, e il pieno rispetto dei diritti umani. Ecco perché – conclude Marija Vasileva-Blazev – il programma che il nostro ufficio coordina insieme all’Unesco e all’OHCHR sarà rivolto all’educazione ai diritti umani per, da e con voi, i giovani”.

Nel 2021, Rondine ha ottenuto lo status consultivo speciale presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite e si è unito al C20 (forum della società civile dei paesi del G20) per incoraggiare i governi a fare affidamento sul multilateralismo per risolvere i conflitti. Questo approccio aggiungerebbe una quarta “P” alle tre esistenti di Persone, Pianeta e Prosperità, cioè la “P” della Pace, ma anche la “P” dei Progetti, come quelli di impatto creati dagli alumni di Rondine nelle loro comunità di origine, al termine del loro percorso di studi e formazione come racconta  Nnaemeka Phil Eke-Okocha, alumno di Rondine e fondatore del progetto ADESSO in Nigeria; “Sono orgoglioso di aver trascorso gli ultimi due anni a Rondine e di essere tornato a casa per realizzare il mio progetto per migliorare l’accesso delle scuole pubbliche a un’istruzione di qualità. Chi è il più colpito dai conflitti? La risposta sono i giovani – continua Phil –  ecco perché lanceremo il nostro club della pace dove coinvolgeremo i giovani nigeriani sul tema delle conseguenze dei conflitti, dei cambiamenti climatici, dei diritti umani e degli SDG”

Insieme a lui Amina Surkovic, partecipante al progetto Mediterraneo Frontiera di Pace ed educatrice ha presentato il suo progetto presso il Dipartimento di Ricerca del Museo dell’Infanzia di guerra in Bosnia ed Erzegovina. “Il mio progetto supporterà gli studenti nel riconoscere la diversità come un fattore di potenziamento e nello sviluppo della capacità di accettare la pluralità di opinioni. Ho scelto questo Museo – continua Amina –  perché è uno dei pochi luoghi in un Paese ancora diviso dove si incontrano giovani di diversa estrazione e dove si può instaurare un dialogo aperto, permettendo di costruire narrazioni condivise. Questo senso di potere dei giovani nel plasmare società migliori e più pacifiche è esattamente ciò che Rondine ci chiede quando torniamo nei nostri paesi”.

“I giovani sono bloccati e non è più sopportabile a 73 anni dalla dichiarazione dei diritti umani – afferma in chiusura Franco Vaccari, Presidente di Rondine Cittadella della Pace – da più di 20 anni lavoriamo con i giovani a Rondine e qui vediamo che nella parola giovani ci sono già tutte le differenze: la fragilità, la disabilità, l’appartenenza a minoranze e maggioranze, il genere, il fatto di vivere dentro conflitti armati attuali o recenti. Le differenze producono conflitti, quindi il conflitto è inevitabile. Allora dobbiamo prendere occhiali nuovi per vedere il conflitto come occasione positiva, di crescita e di cambiamento”. Conclude Vaccari. “Però va conosciuto il conflitto e le sue dinamiche. Allora potrà nascere una nuova cultura della relazione che contiene tutte le differenze. Ecco perché speriamo che i prossimi due anni di campagna insieme a voi possano uno sforzo collettivo e internazionale di costruzione della fiducia”

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