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LA CAMPAGNA PRESENTATA A PAPA FRANCESCO E AL CORPO DIPLOMATICO PRESSO LA SANTA SEDE

«Ci chiedete di aderire al vostro Appello. Da parte mia, lo farò, e domando ai Capi di Stato e di Governo di fare altrettanto. La vostra voce – debole, ma forte della speranza e del coraggio della giovinezza – possa essere ascoltata il prossimo 10 dicembre alle Nazioni Unite.» Papa Francesco sostiene e rilancia l’Appello al centro della campagna globale Leaders for Peace, lo fa invitando i capi di Stato a visitare Rondine e a conoscere di persona quei giovani, provenienti da luoghi in conflitto, che ogni giorno dialogano con il proprio “nemico” e si stanno formando per diventare futuri leader di pace. «Servono leader con una nuova mentalità. Non sono leader di pace quei politici che non sanno dialogare e confrontarsi: un leader che non si sforza di andare incontro al “nemico”, di sedersi con lui a tavola come fate voi, non può condurre il proprio popolo verso la pace. Per far questo occorre umiltà, non arroganza: san Francesco vi aiuti a seguire questa strada, con coraggio. […] Spero che i vostri leader vengano a Rondine, e vedano come i loro giovani preparano la pace

«Ascoltare una giovane palestinese e un giovane israeliano che insieme chiedono ai governi del mondo di fare un passo che possa riaprire il futuro, trasferendo il costo di un’arma dal bilancio della difesa al bilancio dell’educazione per formare un leader di pace, è una cosa rara, è una cosa luminosa! Come si potrebbe non essere d’accordo? Ma noi adulti non possiamo cavarcela con un “bravi ragazzi!”, no. Sento di dovervi dare tutto il mio appoggio, la mia simpatia e la mia benedizione

«[…] il vostro Appello contiene e propone una visione concreta. Nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio 2019, che ha per tema La buona politica è al servizio della pace, ribadisco che la responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare. Questa missione consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture. Ascoltandovi aggiungo: tra le parti in conflitto. Perché solo nel dialogo si crea fiducia.»

«È buona cosa che col vostro metodo vogliate raggiungere contemporaneamente i cittadini e i leader politici, i rappresentanti delle istituzioni nazionali e internazionali. La pace infatti è responsabilità di ciascuno» ha risposto il Pontefice. «Possiate contribuire ad abbattere i muri più alti, a costruire ponti e a spazzare via i confini invalicabili, retaggio di un mondo che sta finendo.»

L’incontro con il Papa era stato preceduto, pochi giorni prima, da un incontro tra una delegazione di Rondine ed il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “La politica deve ritrovare il suo ruolo di mediazione sociale per edificare il bene comune e una propensione a collaborare nel ricercare soluzioni condivise, sia a livello internazionale nelle relazioni tra gli Stati che all’interno della società civile a fronte del prevalere di nuove forme di odio e intolleranza. Un contesto che oggi mette in serio pericolo l’interlocuzione sui diritti umani che abbiamo il dovere di tutelare e implementare”. Queste le parole del Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, in occasione dell’incontro, il 28 novembre 2019. L’incontro è stato promosso in collaborazione con l’Ambasciatore George Poulides, Decano del Corpo Diplomatico. Un messaggio forte, quello del Cardinale Parolin, unito al sostegno verso la campagna globale triennale Leaders for Peace, presentata nell’occasione da Rondine. L’Appello della campagna è stato letto al Corpo Diplomatico da due giovani di origine palestinese e israeliana.

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