Rondine e i suoi giovani internazionali continuano a rilanciare la campagna e il suo messaggio attraverso una serie di articoli d’opinione che riflettono sull’educazione alla pace e sugli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Leaders for Peace Voices.”
Questo è il quarto capitolo della serie, che ospita il contributo di Georges Theodore Dougnon, un visionario costruttore di pace e promotore dell’educazione proveniente dal Mali. Nel suo articolo, Georges dimostra come l’educazione possa guidare il cambiamento, anche in regioni profondamente segnate dai conflitti.
In un mondo in cui conflitti armati, crisi climatiche e disuguaglianze sociali si intrecciano aggravando le tensioni, l’educazione emerge come uno strumento potente per costruire società pacifiche e resilienti. Questa convinzione si riflette in iniziative globali come la campagna Leaders for Peace di Rondine, ma anche in azioni locali come quelle del progetto Educ4Peace [1] in Mali. Questi sforzi dimostrano come l’educazione, integrata in un approccio locale e inclusivo, possa diventare una leva per la trasformazione sostenibile.
A Bandiagara, nel Mali centrale, i conflitti armati hanno portato alla chiusura di centinaia di scuole, privando migliaia di bambini dell’accesso all’istruzione. Privati di questo spazio di protezione e formazione, questi bambini diventano facili prede per gruppi armati e reti terroristiche. La chiusura delle scuole non è solo un’interruzione: priva un’intera generazione degli strumenti per resistere alla violenza e costruire un futuro stabile.
L’educazione è molto più di un diritto fondamentale: è uno scudo contro la radicalizzazione e un fattore chiave per spezzare il ciclo della violenza. Non reintegrare questi bambini in ambienti educativi sicuri condanna intere comunità all’instabilità e all’emarginazione.
Per comunità come i Dogon (che vivono nella regione di Bandiagara), l’educazione non si limita all’aula; è strettamente legata al loro ambiente naturale. Alberi, terra, acqua e persino il vento sono fonti di conoscenza, trasmettendo valori di rispetto, resilienza e interconnessione.
Tuttavia, sfide contemporanee come il cambiamento climatico stanno minando queste tradizioni educative. Il degrado del suolo, la siccità e le migrazioni forzate minacciano non solo l’equilibrio ecologico, ma anche i sistemi di apprendimento tradizionali.
Educ4Peace sta lavorando per integrare questo sapere ancestrale in programmi moderni, al fine di preservare questa ricchezza culturale e soddisfare al contempo i bisogni educativi attuali. Questo approccio, che valorizza le soluzioni locali operando all’interno di quadri globali, è essenziale per garantire un’educazione inclusiva e pertinente.
Uno dei pilastri fondamentali dell’educazione alla pace è coinvolgere direttamente i giovani nelle discussioni e decisioni sul loro futuro. Attraverso i forum organizzati da Educ4Peace, i giovani hanno potuto condividere le loro prospettive sulla promozione della pace e della sicurezza nelle loro comunità.
Questi scambi hanno rivelato soluzioni innovative: agricoltura sostenibile, sensibilizzazione della comunità e progetti educativi per le ragazze. Queste iniziative, guidate da giovani profondamente radicati nelle loro realtà locali, offrono risposte adeguate e sostenibili alle sfide che affrontano.
Dando voce alle loro idee, Educ4Peace garantisce che queste riflessioni non vengano ignorate: vengono presentate ai decisori politici per influenzare le politiche nazionali e internazionali.
La campagna Leaders for Peace di Rondine segue la stessa logica, formando giovani leader provenienti da zone di conflitto nelle tecniche di risoluzione pacifica. Attraverso dialoghi con leader globali, questi giovani portano al tavolo una prospettiva unica e preziosa, arricchita dalle loro esperienze personali.
Il programma permette loro di diventare ambasciatori di pace, capaci di trasformare le loro comunità attraverso approcci collaborativi e innovativi. Queste iniziative dimostrano che l’educazione, in particolare quella alla pace, può trascendere i confini e unire le persone intorno a una causa comune: costruire un mondo più giusto e pacifico.
In questa Giornata Internazionale dell’Educazione, è fondamentale riconoscere il ruolo centrale dell’educazione nella costruzione della pace e nello sviluppo globale. Che si tratti di riaprire scuole a Bandiagara, preservare il sapere tradizionale dei Dogon o formare giovani leader attraverso campagne internazionali a livello ONU, ogni iniziativa contribuisce a costruire società più resilienti e inclusive.
L’educazione non è solo una delle risposte possibili; è la risposta. Perché per costruire la pace, dobbiamo prima prepararci a essa: un bambino, una scuola, un progetto, una comunità alla volta.
[1] Educ4Peace in Mali è un progetto di peacebuilding incentrato sulla promozione della pace, dei diritti umani, della sensibilizzazione ai temi ambientali e della cittadinanza globale. Adattando il Metodo Rondine alle realtà socio-economiche e di conflitto del Mali, il progetto si ripropone di rispendere alla crisi del Paese. Le attività principali comprendono il sostegno agli studenti sfollati, la formazione all’imprenditorialità e alla leadership di pace, l’educazione all’ambiente e ai diritti umani e la partecipazione a campagne nazionali e internazionali di promozione della pace. Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=ycBDZjrQr7g
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Georges Theodore Dougnon
Georges Theodore Dougnon è originario del Mali centrale e ha conseguito un Master in Global Governance, Intercultural Relations, and Peace Process Management presso l’Università di Siena, Italia. Alumno di Rondine (2018–2020), sostiene attivamente la campagna Leaders for Peace sin dal suo lancio alle Nazioni Unite. È insegnante e fondatore dell’iniziativa Educ4Peace. Come attivista per i diritti umani e il cambiamento sociale, Georges dedica il suo tempo libero a vari progetti di impegno comunitario. Ispirato dalle eredità di Martin Luther King Jr. e Nelson Mandela, crede fermamente che “Un’ingiustizia in un luogo qualsiasi è una minaccia alla giustizia ovunque… Qualunque cosa colpisca uno di noi direttamente, colpisce tutti indirettamente.”
Attualmente, Georges è Capacity Building Program Assistant presso Cultural Survival.